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Arriva, inevitabilmente, il momento in cui il nostro unico desiderio è mettere da parte tutto per poterci, finalmente, fermare. Ma non è necessario aspettare le tanto sognate vacanze, ogni giorno abbiamo la possibilità di dedicarci a ciò che ci fa stare bene e che può aiutarci a recuperare le energie per continuare ad andare avanti.

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Siamo in un periodo critico dell’anno: fa caldo – ogni anno sempre di più,  le energie vengono meno e le nostre fantasie sono tutte orientate al fatidico momento in cui potremo, finalmente, partire per delle meritate vacanze. Per chi se le può permettere, ovviamente.

Dopo un anno di lavoro, che sia dietro una scrivania o tra le mura domestiche, di corse qua e là, di impegni, di incombenze e di preoccupazioni, sentiamo il forte bisogno di una pausa dai soliti ritmi infernali. Poterci finalmente fermare, che sia in riva a una spiaggia assolata o sul cucuzzolo di una montagna non importa. L’importante, comunque, è staccare.

Ma dobbiamo davvero aspettare il momento delle tanto agognate ferie, per riuscire a mettere da parte le nostre vite frenetiche e godere di qualche momento di riposo e di benessere?

Se non ti fermi tu, mi fermo io

Il problema fondamentale è che la vita non si ferma. Se sentiamo il bisogno di rifiatare, restano comunque delle cose da fare: bisogna continuare a lavorare, a produrre, a rispettare gli impegni e le scadenze. Nonostante sentiamo che le forze non ci siano più.

Ma se la vita non si ferma, possiamo fermarci noi? In attesa delle ferie, è possibile ritagliarsi comunque dei momenti di vacanza dalla quotidianità? È possibile trovare degli spazi e dei momenti di riposo in cui immergerci per ricaricarci, quanto basta per poter tornare a prendere fiato?

Forse sì. Forse è possibile prendersi del tempo per sé stessi, per ritrovare quelle energie che possono sostenerci nei periodi – più o meno lunghi – in cui sentiamo di non avere più le forze. Ma cos’è che potremmo fare concretamente per ricaricarci?

Un tempo solo per noi

Ciascuno di noi ha delle cose che gli piacciono (e che teoricamente ci fanno stare bene) e altre che piacciono meno o per nulla, ma che purtroppo tocca fare. La situazione diventa molto più pesante da sopportare se, al di là della stanchezza e della mancanza di energie, la nostra vita è sbilanciata soprattutto verso le cose che si devono fare, con poco o nessuno spazio per le attività che possono produrre su di noi effetti benefici.

Poiché – fortunatamente – non siamo tutti uguali, non è possibile elencare una lista di attività da fare per farci stare bene. Ognuno di noi sa cosa gli piace e cosa non gli piace, cosa lo fa sentire vivo o produttivo, cosa gli restituisce energie o una maggiore serenità.

Quindi, il primo passo è piuttosto semplice: prendi carta e penna e scrivi almeno 5 attività che siano per te fonte di piacere e gioia o che ti restituiscano un senso di efficacia e di produttività. Meglio ancora sarebbe se queste attività incarnassero entrambe queste caratteristiche, ma non è facile trovarne di così “complete”.

Se hai difficoltà nel trovarle, di seguito troverai alcuni spunti che spero possano esserti utili.

Alcune idee

Ci sono alcune attività che hanno un solo scopo: quello di farci rilassare e stare bene. Spesso si tratta di attività che ci consentono di immergerci completamente in quel momento, mettendo da parte stanchezze, pensieri e incombenze. Sono piuttosto facili da trovare se le cerchiamo tra i nostri interessi, ovvero tra le cose che ci piacciono. Ad esempio:

  • Leggere un libro
  • Fare una passeggiata immersi nella natura
  • Fare una gita fuori porta
  • Scrivere una poesia, una lettera o un racconto
  • Mangiare un bel gelato
  • Giocare con i propri figli (o con un amico a quattro zampe)
  • Uscire con gli amici

Altre attività, invece, possono sembrare meno piacevoli a prima vista, ma hanno il pregio di restituirci qualcosa in termini di “efficacia”. Sono tutte quelle iniziative che mirano a tenerci attivi, ottenendo possibilmente anche dei risultati, piccoli o grandi che siano. Tra queste troviamo:

  • Sistemare il giardino
  • Riparare il lavandino che perde
  • Preparare una bella cena
  • Imparare a suonare uno strumento musicale
  • Fare le parole crociate
  • Creare con le proprie mani un pensierino per qualcuno a cui vogliamo bene
  • Fare delle attività di volontariato

Ci sono poi delle attività “bingo” con le quali prendere i proverbiali due piccioni con una fava, attività complete che ci fanno stare bene e che ci restituiscono anche un senso di efficacia, come il fare attività fisica e sportiva. Tra queste, comunque, la mia preferita è senza dubbio la meditazione, che rappresenta la perfetta sintesi del “prendersi del tempo per sé stessi”.

Perché staccare ci fa bene?

Innanzitutto “staccare” ci fa bene proprio perché ci consente di uscire, anche se solo per un attimo, dagli automatismi di una vita che sempre più spesso viene sentita come troppo piena ma contemporaneamente svuotata da piaceri e soddisfazioni.

Altri benefici del dedicare del tempo a sé stessi dipendono, ovviamente, anche dal tipo di attività che si decide di svolgere. Ad esempio, farsi fare un massaggio dal proprio partner (un altro spunto, per la gioia del partner!) può favorire non solo un rilassamento psicofisico, ma anche portare vitalità e risvegliare sentimenti positivi nei confronti dell’altro. In generale, comunque, svolgere delle attività che ci permettono di staccare dalla routine può portarci effetti benefici rispetto a diverse aree:

  • Umore. Impegnarsi in attività che ci fanno stare bene o che ci fanno sentire efficaci può migliorare nettamente il nostro umore. Può sembrare ovvio, ma quando stiamo un po’ giù non è facile pensare che a volte basta davvero poco per sentirci meglio.
  • Energia. Alcune attività, in particolare quelle che richiedono un certo grado di movimento, possono avere un importante effetto energizzante. Sembra quasi paradossale, ma spendere energie per poi ritrovarsene ancora di più è un piacevole effetto collaterale.
  • Efficacia. Riuscire a ottenere dei risultati, per quanto piccoli possano sembrare, ci restituisce un senso di efficienza e di adeguatezza che spesso ci motiva a fare di più, per noi stessi ma anche per gli altri.
  • Benessere e connessione. Dedicarsi ad attività che ci consentono di andare oltre la routine ci aiuta a mettere in prospettiva molte cose: l’ammirare un paesaggio o il prendersi cura di un fiore o di una pianta possono risvegliare in noi il senso del bello e la meraviglia per tutto ciò che ci circonda. Spesso, cambiare punto di osservazione può consentirci di aprirci gli occhi verso la realtà delle cose e farci sentire pienamente connessi con un mondo nel quale possiamo faticare a trovare il nostro posto.
  • Creatività. Non è insolito che le migliori idee vengano nel momento in cui ci dedichiamo ad attività che possono sembrare, di per sé, soltanto occasioni di svago. Ma è proprio nei momenti in cui riusciamo a distanziarci dai soliti pensieri e rimuginii dedicandoci pienamente ad altro, che possono emergere intuizioni, idee e persino soluzioni a problemi che sembravano irrisolvibili.
  • Rapporti con gli altri. Se dedichiamo del tempo per noi stessi, per stare bene con noi stessi, non possono che verificarsi degli effetti positivi anche nelle nostre relazioni. Che sia il partner, il vicino di casa, il capo o il postino non importa: una persona che sta bene con sé stessa è in grado di tollerare meglio le tante piccole cose che ci infastidiscono degli altri, è in grado di ascoltare con più attenzione, di essere più gentile e più comprensiva. E questo gli altri lo sentono, magari restituendo il favore e generando così un circolo virtuoso.

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Vorrei, ma non posso

A questo punto, se non hai ancora elaborato una lista di possibili attività da svolgere ora è il momento di farlo. Siamo arrivati, infatti, al secondo passo: scegliere quando e come svolgere queste attività.

È importante trovare ogni giorno il tempo necessario per svolgere almeno un’attività. È facile ricadere nuovamente nella routine e riabbandonarsi ai ritmi che in questo periodo è sempre più difficile sostenere. Per questo, è fondamentale riuscire a ritagliarsi uno spazio per sé stessi da dedicare alle attività che abbiamo scelto.

Sulla carta è facile, ma non appena proviamo a definire con maggiore precisione le attività che vogliamo svolgere, ecco che appaiono dubbi, incertezze e presunte difficoltà. In particolare, le obiezioni che più frequentemente possono venirci in mente per “sabotare” le nostre buone intenzioni sono:

  • Non ne ho il tempo. Sicuro? Davvero non hai cinque minuti per fare una passeggiata intorno al palazzo? Basta cominciare con poco, anche solo pochi minuti, e vedere cosa accade. Se noti qualche effetto positivo, anche solo se riesce a “staccare” per pochi minuti, magari poi riuscirai a trovare qualche altro minuto in più da dedicare a queste attività. Forse, togliendo un po’ di tempo ai social network o allo zapping compulsivo…
  • Sarebbe da egoisti. Prendersi del tempo per sé stessi, a volte, viene visto come un qualcosa di profondamente ingiusto nei confronti degli altri. “Non posso dedicare del tempo a me: già non ne ho di tempo, quello che mi avanza non posso sottrarlo agli altri” oppure “Ci sono sempre così tante da fare per mandare avanti la baracca, cosa penserebbero gli altri di me se io, invece di darmi da fare, mi mettessi a fare i fatti miei?”, sono alcuni possibili pensieri che possono passarci per la testa. La verità è che non c’è assolutamente alcun motivo per considerarsi egoisti solo perché si fa qualcosa per sé stessi. Anzi, se dedicarci a noi stessi ci fa stare bene e ci rende più sereni e meglio disposti nei confronti degli altri, non è che forse sarebbe “da egoisti” non cogliere queste opportunità?
  • Non serve a nulla fare cose così insignificanti, ho solo bisogno di una vacanza! Certo, quale migliore modo per “staccare” dalla quotidianità dello spaparanzarsi all’ombra di una palma, facendoci cullare dal ritmo dell’amaca e dalla musica delle onde che si infrangono sulla spiaggia? Ma se al mare non ci puoi andare? Se non puoi permetterti una vacanza? Se sei ancora a Febbraio e le ferie sono più che un miraggio? E poi, le vacanze finiscono. Imparare a prendersi del tempo per sé stessi resta, potenzialmente per tutta la vita. Può sembrare cosa da poco, ma avere la possibilità di fermarci a rifiatare prima di immergerci nuovamente nell’apnea del solito tran-tran, può fare la differenza. Non solo in estate, ma ogni qualvolta ne sentiremo il bisogno.

Ricapitolando

Che le vacanze siano prossime o lontane, impossibili o già finite, possiamo trovare il modo di staccare temporaneamente la spina e ricaricare le nostre batterie, semplicemente dedicando del tempo a noi stessi e a quello che più ci piace.

Prima occorre individuare almeno 5 attività che potrebbero fare al caso nostro (anche di più, se ci va), poi bisogna decidere quando, dove ed eventualmente con chi farle. Questa, forse, è la parte più difficile: trovare il tempo da dedicare a noi stessi quando pensiamo che di tempo non ce n’è più.

In realtà, si tratta di un vero e proprio investimento: come abbiamo visto, anche solo pochi minuti da destinare a ciò che ci fa stare bene possono fruttarci maggiori energie, un innalzamento dell’umore, migliori rapporti con gli altri. Non si tratta quindi della quantità di tempo “perso”, ma della qualità del tempo “guadagnato”.

E poi, diciamoci la verità, sicuri che quando andiamo in vacanza riusciamo davvero a “staccare”? ;)

Buone vacanze (lunghe o temporanee) a tutti!

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Con giornate sempre più piene di impegni e tante piccole cose da fare, abbiamo la sensazione di non avere tempo da dedicare a noi stessi. Ma siamo davvero sicuri di non averne? Possiamo ritagliarci un po’ di tempo per noi? E per farne cosa?

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Sveglia, doccia, colazione al volo, scappa di casa, macchina, traffico, Salaria, Nomentana, GrandeRaccordoAnulare, traffico, semaforo (sempre) rosso, clacson, traffico, niente parcheggio, forsesièliberatounposto.

Ascensore, timbrailcartellino, carte, telefonate, pausapranzaconlavoro, arretrati, vogliadiMaldive, lavoro, lavoro, lavoro.

Esci, traffico, GrandeRaccordoAnulare, Nomentana, Salaria, prendiilfiglioascuola, niente parcheggio, portaloabasket, intantoallaposta (“perchèdiaminenonapronoglialtrisportelli?”), supermercato, fila (“perchédiaminenonapronolealtrecasse?”), riprendiloabasket.

Torna a casa, nonvuolefareicompiti, lavatrice, quandofacciolepulizie?, stiro?, checucino?, cena, sonnecchiasuldivano, preparalacartella+mettiloaletto, mettitialetto. Occhi sbarrati, (dopo un tempo indefinito) sonnocomatoso.

Ripeti.

Correre senza meta

Può variare nei dettagli, ma nella sostanza la sequenza giornaliera della maggior parte di noi è composta da ripetitive azioni come quelle elencate sopra. Le nostre vite, in pratica, tendono sempre più ad assomigliare ad una folle corsa in una ruota da criceti, e spesso abbiamo il sospetto che questi ritmi siano inevitabili.

Alcune cose sono sicuramente inevitabili. Se avete dei figli, è inevitabile che dobbiate prendervi cura di loro e adeguare i vostri tempi ai loro e a quelli della scuola o delle associazioni sportive. Se avete un lavoro, è inevitabile che dobbiate recarvi sul posto di lavoro e dedicare il vostro tempo a determinate attività (in cambio però ricevete un compenso, se siete fortunati). A meno che non viviate in albergo o in una grotta rapida da pulire, è inevitabile che dobbiate affrontare dei compiti domestici. E così via.

Non tutto ciò che fa parte del nostro vivere quotidiano però è inevitabile. Una cosa che sicuramente può essere diversa è il modo in cui ci approcciamo a tutto ciò che non possiamo evitare. Intendiamoci: non sono qui a dirvi che è il caso di mollare tutto e andare e vivere sul cucuzzulo di una montagna (che noia!), ma che è invece possibile mettere da parte tutto quello che è in più rispetto a quanto ci è dato fare.

E non sto parlando solo di delegare ad altri alcuni dei vostri impegni (che è comunque cosa buona e giusta, almeno per voi), ma piuttosto di cominciare a rivalutare il modo in cui solitamente facciamo ciò che facciamo: come se ne andasse della nostra vita e della nostra stessa felicità.

Chi si ferma è perduto

Viene da sé che se ciò che facciamo è questione di vita o di morte, anche il più piccolo degli impegni assume proporzioni gargantuesche. E se riteniamo di non poterci fermare o riposare o essere felici e soddisfatti se non prima di aver concluso tutto o di essere arrivati dove volevamo arrivare, è chiaro che potremmo raramente concederci il lusso di apprezzare noi stessi e il momento in cui dimoriamo.

Siamo sempre sotto pressione, travolti da un enorme mucchio di cose-da-fare e di aspettative sulle cose-da-fare. E, più spesso di quanto ce ne rendiamo conto e proprio a causa di questo pesante carico, finisce che non riusciamo nemmeno a svolgere “come si deve” le tante cose-da-fare. Se siamo sempre agitati, preoccupati, stravolti, stanchi, come possiamo essere davvero efficaci ed efficienti?

Fermarsi? E perché mai? No no, questa cosa è troppo importante! Ma se è troppo importante, non conviene forse fermarsi un attimo, rifiatare e pensare a come farla bene, invece che andare avanti come dei robot?

Se non ci fermiamo, inoltre, corriamo un rischio di cui raramente siamo consapevoli: quello di trascurare completamente i nostri bisogni e i nostri desideri (quelli veri, non “lavacanzaalleMaldive”, che tanto saremmo distratti anche lì), ma anche di non essere presenti agli altri, a chi amiamo e chi ci sta più a cuore. E intanto continuiamo a ripeterci che molto di quello che facciamo lo facciamo solo per noi stessi, o per loro.

Tempo libero(?)

A dirla tutta, abbiamo un gran paura di fermarci. La prova è la tendenza a riempire ogni singolo momento con qualcosa da fare. Apparentemente per la paura di annoiarsi, ma secondo me è la paura del silenzio e di quello che sentiamo nella quiete. Nel vuoto spaventoso dove echeggiano i nostri pensieri.

Perché appena abbassiamo la guardia, ecco che tornano a infestarci tutte le nostre preoccupazioni, le nostre ansie, le nostre paure, i nostri rimuginii su chi siamo, cosa facciamo, dove stiamo andando. No: meglio accendere la tv, giocare a Candy Crush, scorrere pigramente il feed di Facebook, aprire il frigo e ingozzarsi. Tutto, pur di riempire il tempo.

Così, passiamo dalle cose-da-fare alle cose-contro-la-noia, in un’incessante sequela di azioni per riempirci la vita. E poi diciamo di non avere tempo.

E in tutto questo, noi dove siamo? Cosa facciamo davvero per noi? E gli altri? Ci siamo per gli altri (al di fuori di Facebook, intendo)?

“Passiamo” il tempo, ma non lo viviamo.

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Prendersi tempo

Al di là delle cose-da-fare, quelle che consideriamo inevitabili, cosa ci porta a occupare il breve tempo a nostra disposizione di altro fare-fare-fare? Quali impulsi ci spingono a riempire così la nostra vita, che poi ogni tanto percepiamo come “troppo piena”, senza un attimo per rifiatare, e magari ne soffriamo pure? Cosa ci porta a colmare la nostra clessidra, per poi chiederci dov’è andata tutta la sabbia?

Quando siamo tra le cose-da-fare, perché non fermarsi un attimo e vedere cosa stiamo facendo, cosa stiamo provando, cosa stiamo pensando? Chissà, forse così potremmo riuscire ad assumere una prospettiva leggermente diversa, riuscire ad alleggerire il carico che aggiungiamo alle cose-da-fare. Vedere il traffico mentale mentre siamo nel traffico stradale, e scoprire l’effetto che fa. A lavoro dovrai andare lo stesso, il traffico non lo potrai evitare, ma chissà che non scopri qualcosa di diverso.

Quando siamo in procinto di fare le cose-contro-la-noia, perché non fermarsi un attimo e scoprire cosa ci spinge a fare qualcosa? Cosa senti, cosa provi? Dove sei in questo momento, tra i rimorsi e i rancori del passato o tra le ansie e le cose-da-fare del futuro? Quali emozioni si affacciano? Riesci a starci per un po’ a contatto? Cosa ti dicono? Riesci a starci qualche altro secondo in più? Che effetto fa? Cosa succede? Anche così, chissà di non scoprire qualcosa di diverso.

Un minuto

Ammazza quante domande! Te ne faccio un’altra (l’ultima, promesso!): perché non provi?

Ovunque tu sia, qualunque cosa tu stia facendo o senti il bisogno di fare, prova a fermarti, a chiudere gli occhi (non se stai guidando) e sentire cosa sta succendo in quel momento. Anche solo per un minuto, prova a metterti in contatto con quello che sta accadendo. Respira, non fare altro, ciò che devi sentire verrà da sé. E non aver paura di ciò che potrai trovare, al massimo dopo quel minuto non ci sarà più e potrai tornare a immergerti a pieno nel solito tran-tran, se lo vorrai.

Un minuto, e scopri cosa succede. Prendilo come un gioco. Magari, di minuto in minuto, potremmo capire come riuscire a gestire meglio il tempo nella nostra vita. Che in fondo, parafrasando i Litfiba, è solo un gioco di equilibrio. Bisogna solo farci un po’ la mano.

 

Hai provato? Ti sei preso un minuto per te? Troppo difficile o pensi di non sapere bene come fare? Se vuoi posso darti una mano. Tu intanto prova, e se vuoi fammi sapere com’è andata!

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