Possono arrivare all’improvviso e senza un motivo apparente, tra sintomi fisici spaventosi e decisamente reali e la paura di morire o di impazzire: gli attacchi di panico sono eventi terrificanti che possono condizionare la nostra vita in molti modi, fino ad arrivare a diventare un vero e proprio disturbo. Cosa bisogna sapere su di loro? Cosa possiamo fare per affrontarli e superarli?
È una serata come tante e sei seduta comodamente sul divano di casa, lo sguardo rivolto alla tv ma la mente attorcigliata tra mille pensieri sulla tremenda giornata che ti aspetta domani. All’improvviso senti come un formicolio alle mani, che iniziano a tremare e a sudare.
Quella sensazione la senti poi salire anche alle braccia (qualcosa ti dice che è soprattutto il braccio sinistro a essere “strano”) e poco dopo senti il cuore che inizia a correre così forte che ti sembra persino di sentirlo battere nel petto. Senti che c’è qualcosa che non va, ti sembra di non essere realmente lì, la testa sembra essere piena d’aria e in quel momento tutto sembra congelarsi. Che sta succedendo? Avresti voglia di alzarti in piedi e di urlare, ma vedi i bambini che giocano sul tappeto davanti a te e non vuoi spaventarli. Allora cerchi di mantenere la calma, ma dentro di te una voce sembra dirti: “ci siamo, stai avendo un infarto”.
Ti alzi col massimo contegno che puoi importi, ovviamente per non far preoccupare i bambini, e raggiungi tuo marito nell’altra stanza. Il tuo corpo continua a tremare e senti distintamente il battito del cuore all’interno dell’orecchio, ma a fatica riesci a trovare le parole da dire: «Mi sento male, portami al pronto soccorso.»
I sintomi di un attacco di panico sono decisamente terrificanti e maledettamente reali
Sperimentare un attacco di panico è qualcosa di assolutamente terrificante. E non solo la prima volta che accade: ogni volta è un’esperienza tremenda. Innanzitutto perché gli attacchi di panico sembrano sempre comparire all’improvviso dal nulla e, non avendo a disposizione spiegazioni plausibili sui sintomi che si sperimentano, si finisce per spiegarsi quelle sensazioni come il segnale che qualcosa di tremendo sta succedendo al nostro corpo o alla nostra mente.
Un attacco di panico, infatti, si accompagna a una serie di sintomi fisici molto allarmanti e inquietanti: battito cardiaco accelerato, dolore al petto, tremori, respiro corto, sensazione di mancanza d’aria, sudorazione, nausea, intorpidimento e formicolio agli arti, capogiri e sensazione di stordimento.
E non solo. Possiamo persino sentirci come se in quel momento non fossimo più noi o come se tutto intorno a noi fosse strano e irreale, come se lo vedessimo dall’esterno. Insomma, se in quei momenti non stiamo temendo di morire, ad esempio per un attacco cardiaco, potremmo benissimo arrivare a pensare che stiamo diventando pazzi, di poter perdere il controllo di noi stessi e delle nostre azioni. E non è per nulla una bella sensazione.
…ma quello che si sperimenta, in realtà, è soltanto una reazione di allarme
I sintomi di un attacco di panico sono essenzialmente il risultato di una risposta di allarme del nostro organismo. In pratica, quando il nostro cervello etichetta un determinato evento come “minaccia”, attiva una serie di reazioni nel nostro corpo allo scopo di prepararci ad affrontare il pericolo, o combattendo o scappando (quella che viene definita reazione di “attacco o fuga”). Quindi i cambiamenti che avvertiamo nel nostro corpo durante un attacco di panico, come l’incremento del battito cardiaco, il respiro accelerato o l’aumento della sudorazione, derivano semplicemente dall’attivazione di questo sistema di allarme.
Ora, prova a immaginare: se durante un safari in Africa ti trovassi faccia a faccia con un leone, cosa proveresti? Cosa pensi accadrebbe al tuo corpo? Molto probabilmente arriveresti a percepire qualcosa di simile a un attacco di panico, ma la differenza è che lì di fronte a te hai un leone in carne e ossa, mentre adesso, sul divano di casa, non c’è alcun leone.
Quando sperimenti questa attivazione in assenza di un pericolo evidente, per poter dare un senso all’esperienza non ti resta che attribuire un significato a ciò che stai provando, come la manifestazione di un infarto improvviso, di uno shock anafilattico, di un imminente svenimento o altro ancora. E che succede se pensi che stai per avere un infarto? Esatto: il cervello percepisce quella possibilità come una minaccia e continua a promuovere la risposta di attacco o fuga, proprio quella responsabile dei sintomi che si sperimentano. In poche parole, ancora più panico.
Gli attacchi di panico sembrano venire dal nulla, ma in realtà non è proprio così
Uno degli aspetti più terrorizzanti degli attacchi di panico è il loro apparire in maniera improvvisa, quasi come se non ci fosse un motivo o una causa che può averli determinati. In alcuni casi si riesce a individuare con facilità quale può essere stato il motivo di un’ansia così intensa, come quando ci troviamo davanti a una situazione particolarmente destabilizzante, come il trovarsi coinvolti in un grave incidente stradale o il perdere il posto di lavoro. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, non sembrerebbe esserci una causa chiara ed evidente.
In realtà c’è sempre un perché agli attacchi di panico, anche se non sempre è così palese da riuscire a vederla con facilità. Spesso gli attacchi di panico si presentano in periodi in cui siamo sottoposti a forti stress, o quando ci troviamo a dover affrontare dei cambiamenti significativi nella nostra vita, ma non è detto che non si possano verificare anche molto tempo dopo aver superato questi momenti difficili. Quindi cos’è realmente che attiva questa risposta di allarme?
Molto spesso, lo stimolo che può dare il via a una reazione di panico è qualcosa di molto sottile e difficile da percepire, come nel caso di un improvviso pensiero disturbante, un’immagine terrificante o l’interpretazione catastrofica di una sensazione fisica. Tanto basta per scatenare una reazione a catena che culminerà in un attacco di panico.
Quindi, anche quando sembra che un attacco di panico sia venuto dal nulla, può essere utile riflettere (da soli, ma anche con l’aiuto di un professionista) su cosa può averlo scatenato: “Cosa stavo facendo prima di avere l’attacco? Cosa ho pensato? Cosa mi è passato per la mente?”.
Come il panico può diventare un disturbo vero e proprio
Potenzialmente ciascuno di noi può avere un attacco di panico nel corso della propria vita. Ma sperimentare un singolo attacco di panico non significa necessariamente che ne seguiranno altri. Si, alcune persone possono in qualche modo essere “predisposte” a provare reazioni d’ansia anche molto intense e in diverse situazioni, ma è anche il modo in cui affrontiamo quel primo attacco di panico che può fare la differenza.
Alcune persone possono sperimentare uno o due attacchi di panico anche in brevi periodi di tempo e non spaventarsi più di tanto. Altri, invece, giù dal primo episodio possono arrivare a preoccuparsi molto per quanto è accaduto loro e sviluppare un’estrema paura di avere altri attacchi di panico. È assolutamente comprensibile preoccuparsi quando succede un qualcosa di spaventoso e apparentemente inspiegabile come un attacco di panico, ma se cominciamo a preoccuparci eccessivamente di riprovare quell’esperienza rischiamo, paradossalmente, di avere altri attacchi di panico.
L’attacco di panico in sé finisce per diventare un pericolo, e come reagisce il nostro cervello quando percepisce la presenza di un pericolo? Cosa succede al nostro organismo se, per qualche motivo, pensiamo che ciò che stiamo provando in questo momento potrebbe sfociare in un attacco di panico? Si crea così un circolo vizioso. Gli attacchi di panico cedono il posto alla paura di avere degli attacchi di panico. È la cosiddetta “paura della paura”.
Non solo, se abbiamo paura di un futuro attacco di panico, potremmo poter cercare di mettere in atto dei comportamenti che in qualche modo possano scongiurare la possibilità di avere altri attacchi di panico. Ad esempio, potremmo finire per evitare quelle situazioni nelle quali abbiamo sperimentato un attacco di panico. Il problema è che le cause non sono quasi mai esterne, e così ci illudiamo che basta evitare determinate situazioni per poterci sentire al sicuro. Ma non funziona così. Di solito, infatti, la lista dei posti da evitare finisce per allungarsi al punto da costringerci a chiuderci in casa pur di non sperimentare altri episodi. E così la paura aumenta ancora di più.
Quando siamo in presenza di numerosi e improvvisi attacchi di panico, assieme a una marcata e persistente paura di avere altri attacchi di panico o alla tendenza a mettere in atto una serie di comportamenti per cercare di evitarli, potremmo trovarci in presenza di un vero e proprio disturbo, il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP). In questi casi, è decisamente opportuno rivolgersi a uno psicoterapeuta.
Allora cosa fare quando si prova un attacco di panico?
Anche se sembra che non finiscano mai, gli attacchi di panico in realtà non durano a lungo. L’episodio in sé può durare al massimo una decina di minuti, mentre la spossatezza (fisica e mentale) e la paura che seguono all’attacco possono persistere per molto più tempo. È importante quindi tener presente che, qualunque cosa si stia provando, anche se decisamente spaventosa e apparentemente inspiegabile, è destinata a terminare entro pochi minuti. E questo semplicemente perché il nostro organismo non può sostenere per molto tempo questa risposta di allerta.
Ad ogni modo, quando ci si trova nel bel mezzo di un attacco di panico, ci sono alcune strategie che si possono mettere in atto e che potrebbero portare un po’ di beneficio:
- Rassicurarsi. Lasciarsi andare a una catena di valutazioni e pensieri catastrofici prima, durante e dopo l’episodio di panico non è certamente d’aiuto. In quei momenti è più utile e ragionevole riconoscere che si tratta semplicemente di un attacco di panico e che, come per ogni cosa nella vita, anche questo è destinato a finire.
- Distrarsi. Fin quando l’attenzione è totalmente centrata sui sintomi fisici c’è il rischio di amplificare ancora di più le sensazioni sgradevoli e, di conseguenza, di mantenere attivo lo stato di allarme. Prova quindi a portare la tua attenzione verso altri stimoli esterni.
- Respirare. Calmando il ritmo respiratorio si può “disattivare” lo stato di allerta del nostro organismo e tornare a uno stato di maggiore calma. Puoi aiutarti facendo dei respiri lenti e profondi, inspirando con il naso ed espirando con la bocca. Continua a respirare in questo modo fin quando non ti senti più rilassato e disteso.
Queste semplici strategie possono essere d’aiuto in diversi casi, ma il consiglio più importante che posso darti è sicuramente quello di consultare un professionista. Innanzitutto per avere una diagnosi corretta, ma anche per capire quali sono le cause che ti portano a soffrire di attacchi di panico e, soprattutto, per poter sviluppare delle strategie efficaci per aiutarti a gestirli al meglio.
Se già soffri di attacchi di panico potresti pensare che è impossibile uscirne o che sia troppo difficile, ma la verità è che gli attacchi di panico si possono assolutamente affrontare e superare, sia che si tratti di singoli episodi sia che si tratti di un vero e proprio Disturbo da Attacchi di Panico.
Soffrire di attacchi di panico non può e non deve essere una condanna. Si può tornare a vivere la propria vita con maggiore serenità e senza farsi paralizzare dalla paura del prossimo attacco. Per farlo, non devi fare altro che chiedere aiuto.