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Gli amici sono una parte importante della vita di ciascuno di noi, ma non sempre è facile farsi dei nuovi amici, soprattutto in età adulta. Come conoscere persone nuove e scoprire nuove amicizie? Come si coltiva una nuova amicizia e come fare per mantenerla nel tempo?

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Facciamo un tuffo nel passato, in particolare negli anni della scuola: quanto ci sembrava semplice, allora, farsi dei nuovi amici?

Si cominciava presto: dalle prime uscite al parco o dall’ingresso alla materna c’era sempre un compagnuccio col quale condividere (o litigarsi!) una palla, una bambola, cose così. Negli anni successivi, tra le ore passate a scuola sempre in compagnia, le uscite per i compleanni e le feste, e le infinite partite a pallone per le strade sotto casa, le occasioni di stringere amicizia non sono mai mancate.

Anche dopo, al tempo delle superiori, le amicizie sembravano accendersi in maniera naturale: dalle uscite in comitiva alle prime manifestazioni di indipendenza, dalle prime crisi esistenziali a quelle con i propri genitori, dalle prime cotte alle prime delusioni, abbiamo scoperto quanto preziosi possano essere dei veri amici.

Poi è successo qualcosa, qualcosa che ha reso tutto più complicato: non solo creare nuove amicizie, ma anche mantenere quelle già in piedi. Questo qualcosa si chiama “vita adulta”, che è fatta sempre di tanti (troppi) impegni e poco tempo da investire nelle amicizie, a vantaggio soprattutto delle relazioni romantiche e familiari. Ma non è detto che non si possano più fare amicizie: forse è solo diventato meno facile, per il poco tempo e le poche occasioni a disposizione.

L’importanza dell’amicizia

Eppure, esattamente come per l’infanzia e l’adolescenza, avere dei buoni amici in età adulta può essere fondamentale per il nostro benessere. Gli amici si sostengono a vicenda, si confortano, si apprezzano e si motivano, perché hanno a cuore il bene dell’altro, senza particolari interessi personali. È una forma d’amore, per certi versi più altruistico dell’amore romantico.

Un’amicizia non è qualcosa che nasce per caso: gli amici si scelgono, perché sentiamo che si tratta di qualcuno che è in sintonia con noi, qualcuno con il quale sentirci a casa.

Gli amici ci ricordano chi siamo, ci proteggono dalla solitudine e ci fanno forza nei momenti difficili, ma sono anche i primi con i quali stappare una bottiglia per festeggiare un traguardo. Un buon amico è innanzitutto un partner, un alleato fedele, pronto al nostro fianco quando ne abbiamo più bisogno. E noi per loro.

I limiti della libertà

Tutto molto bello, sì. Ma come si fa? Come si fa a curare un rapporto di questo tipo, intimo e leggero allo stesso tempo, se non si ha il tempo per coltivarlo e mantenerlo? Come si fa, quando per lavoro, per amore o per mille altri motivi, si cambia città e si cambia vita? Quando abbiamo dei figli da crescere, una carriera da sostenere, una relazione da portare avanti, come si fa?

Gli amici di sempre, quelli con i quali siamo cresciuti, spesso restano presenti nelle nostre vite. Anche se il tempo, le distanze e gli impegni possono aver richiesto un certo prezzo da pagare, in termini soprattutto di frequentazioni, queste amicizie possono durare per tutta una vita. Se parliamo invece di fare nuove amicizie, può sembrarci molto difficile. Ma soprattutto può spaventare.

Quando eravamo piccoli non sembravano esserci molte “regole” per fare amicizia: ci si trovava e si giocava, basta. Se poi l’amichetto ci stava simpatico e avevamo modo di ritrovarlo (a scuola, al parco, a casa), si riprendeva a giocare. Da “grandi”, invece, siamo molto più complessi: “Dove lo trovo un amico con cui giocare? Come mi avvicino? Cosa gli dico? E se gli sto antipatico? E se è lui a stare antipatico a me?”.

Noi adulti generalmente abbiamo bisogno di struttura, la spontaneità l’abbiamo un po’ persa per strada. Paradossalmente, siamo molto più liberi di prima ma il campo sembra troppo ampio per sapere esattamente cosa fare. E poi ci sono i dubbi, le nostre insicurezze, le delusioni passate, il poco tempo da investire. Così finiamo per rinunciare: “Ormai è troppo tardi per farmi un nuovo amico…”.

Come trovare nuove amicizie

Eppure proprio questa grande libertà di azione – finalmente siamo grandi, e possiamo fare come ci pare! – può essere l’aiuto più importante per stabilire nuove amicizie in età adulta. Gli amici si scelgono, e noi possiamo scegliere, nel modo che ci è più comodo, con quali persone possiamo entrare in contatto. E da lì, magari, costruire un’amicizia.

La strategia migliore è quella di cercare persone con le quali possiamo stabilire una relazione basata sui nostri interessi, le nostre preferenze, la nostra visione della vita. Cioè, qualcuno con un terreno a noi comune, qualcuno di simile a noi. Perché amicizia è anche vedere sé stessi nell’altro.

Ok, ma da dove si comincia?

  • Un primo passo può essere partire dalla nostra già esistente rete sociale. Familiari, colleghi, persino gli amici che già abbiamo, possono presentarci nuove persone con le quali iniziare una frequentazione. Una persona amica di una persona a noi amica è già una potenziale amica! Inoltre così possiamo iniziare una frequentazione in un ambiente protetto, in compagnia di persone che già ci vogliono bene e con le quali già ci troviamo a nostro agio.

Se hai già battuto questa strada senza risultati forse è giunto il momento di mettersi in gioco. Cioè uscire dalla tua confort zone e fare il piccolo sforzo di uscire dal terreno a te familiare per sperimentarti nel mondo.

  • Al giorno d’oggi ci sono tantissime opportunità di socializzazione (al di fuori dei social): corsi, eventi, gruppi sportivi, associazioni culturali (a proposito, se siete di Monterotondo o dintorni vi consiglio di cominciare dall’Associazione PETRA!). Le possibilità sono infinite. Il consiglio, in questi casi, è di scegliere un’attività che possa piacerci realmente (se non ci piace cucinare non ha senso iscriversi a un corso di cucina solo per fare nuove amicizie!), non solo perché probabilmente troveremo persone con interessi in comune, ma anche perché se ci concentriamo sull’attività piuttosto che sul fare amicizia, potremmo anche sentire meno pressioni nel “trovare un amico” e così, indirettamente, rendercelo più facile!
  • Se ti trovi in una determinata fase della vita, come quella della gravidanza, avrai modo di trovare persone “sulla tua stessa barca” in contesti specifici, come un corso preparto: questi compagni di avventura non solo potrebbero esserti di aiuto nel gestire un momento particolare della tua vita, ma potrebbero anche rivelarsi delle potenziali nuove amicizie.
  • Sfrutta la rete locale partecipando ad attività ed eventi del tuo quartiere o della tua città: i nostri vicini di casa – che spesso immaginiamo come molto lontani anche se vivono a pochi metri da noi – possono rappresentare una grande opportunità per amicizie a km 0!
  • Il volontariato è un’altra grande opportunità per conoscere nuove persone appassionate alle cause che ci stanno più a cuore, oltre a essere una gran bella occasione per fare un po’ di bene a chi ne bisogno.
  • I “social”, dal mio punto di vista, sono l’ultima spiaggia. È vero che è molto più facile parlare dietro l’anonimia della rete, ma quanto vigore potrebbe avere un’amicizia nata in questo modo? Meglio sfruttare il web per individuare gruppi e forum tematici su argomenti di tuo interesse, per poi partecipare agli eventi organizzati… Occhio però!

Ingredienti per una (nuova) amicizia

Come l’amore, possono esserci amicizie stile “colpo di fulmine” e altre che richiedono più tempo e cura. La maggior parte delle volte, comunque, i conoscenti si trasformano in amici solo dopo un certo periodo, ammesso che in questo lasso di tempo ci si sia dedicati a coltivare la relazione. L’amicizia è un processo: si comincia dal presentarsi e da lì si costruisce.

Non esiste un regolamento universale sul come costruire e mantenere un’amicizia, ma possiamo comunque individuare alcuni ingredienti fondamentali per stabilire una sana e solida amicizia:

  • Disponibilità e interesse. Una frequentazione costante è decisiva per costruire una nuova amicizia, quindi è molto importante trovare del tempo da dedicare a esperienze condivise. Quindi di fronte a offerte o inviti, cerca sempre di dire di sì, per quanto ti è possibile. Lo so, il tuo tempo è prezioso… ma chi trova un amico trova anche un tesoro, giusto?
  • Intimità e fiducia sono alla base dell’amicizia, ma non c’è bisogno di snocciolare tutti i vostri segreti e pensieri più intimi immediatamente! Condividi qualcosa di te a piccole dosi e lascia che l’altro faccia lo stesso: pian piano si creerà il contesto migliore per il giusto grado di confidenza.
  • Affidabilità e coerenza. Rimani fedele alla tua parole e alle promesse fatte: se ti sei impegnato in qualcosa, portala a termine. Un amico è qualcuno su cui sentiamo di poter fare affidamento, ma dobbiamo essere noi stessi affidabili prima di poterlo richiedere all’altro. Fin dall’inizio, occorre dare il buon esempio.
  • Reciprocità e uguaglianza. Ci vuole uno sforzo comune per costruire un’amicizia, quindi non puoi essere sempre e solo tu a impegnarti in questo processo. Se dall’altra parte non c’è lo stesso investimento difficilmente potrà svilupparsi una vera e profonda amicizia. Non si tratta di tenere il conto di quanto fa uno e quanto fa l’altro, si tratta di capire se tutto l’investimento di tempo, energie ed emotività ci sta conducendo verso una relazione importante o se è il caso di restare solo buoni conoscenti.

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Se proprio non riesci

Se pensi di aver già tentato ogni strada ma continui ad avere difficoltà nel trovare nuove opportunità o nell’instaurare una nuova amicizia, ti invito a soffermarti su alcuni aspetti:

  • Attenzione a come interpreti un rifiuto. Sii consapevole di come ti approcci: se parti già con l’idea di non piacere agli altri, potresti tendere a interpretare alcuni eventi come conferme della tua idea iniziale. Ti avvicini cioè all’altro con un pregiudizio, ma non nei suoi confronti, bensì nei tuoi! Quando ti trovi di fronte a un ostacolo o a un problema nel rapporto con un potenziale amico, cerca di considerare spiegazioni alternative oltre all’idea che nessuno vorrà mai essere tuo amico. Ad esempio, è possibile che quella persona non abbia accettato un tuo invito perché davvero aveva un impegno che non poteva annullare?
  • Sii paziente verso te stesso e gli altri. Raramente capita di diventare amici per la pelle al primo sguardo, spesso il processo di costruzione di un’amicizia è molto più lungo e non sempre è facile: ci vuole tempo e fiducia per raggiungere quel giusto grado di intimità che caratterizza un’amicizia con la A maiuscola. Non cercare un risultato immediato e non scoraggiarti se con alcune persone non riesci proprio a trovare un legame: nell’amicizia, come nell’amore, l’importante è la qualità, non la quantità. Continua a metterti in gioco, i risultati non tarderanno ad arrivare.
  • Se hai bisogno di supporto, non ti senti pronto o non sai proprio come fare, non esitare a chiedere aiuto. Forse provi un po’ di ansietta al pensiero di dover parlare con uno sconosciuto, o pensi di non sapere nemmeno da dove cominciare: qualunque sia il motivo, se senti di aver bisogno di aiuto, sono a tua disposizione.

In ogni caso, vai avanti e non mollare. Anche se non sempre è facile, ricorda che ne vale sempre la pena. Per dirla con Epicuro:

«Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un’esistenza felice, la più grande è l’amicizia.»

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Andare in vacanza significa prendersi una pausa dallo stress della vita quotidiana, ma se la vacanza stessa diventa fonte di stress rischiamo di tornare al punto di partenza. Forse occorre ripensare alla vacanza non come fuga dallo stress, ma come occasione per dedicarci a ciò che ci fa stare bene e a chi vogliamo bene.

stress vacanza

Hai già pianificato la tua vacanza perfetta? Non vedi l’ora di poter finalmente lasciarti alle spalle tutto lo stress, i problemi e le preoccupazioni di ogni giorno? Già ti vedi su una spiaggia bianchissima e le palme tutte intorno o a passeggiare per un fresco sentiero con imponenti montagne sullo sfondo?

Andare in vacanza significa mettere da parte le responsabilità, gli impegni e le scadenze che quotidianamente riempiono le nostre giornate. Significa partire con la voglia di divertirsi e rilassarsi, per ritrovare le energie perse da tempo e riuscire a prendersi una pausa da tutto lo stress che pervade le nostre esistenze.

A volte, però, alcuni nostri atteggiamenti possono portarci a vivere anche le vacanze in maniera stressante. E forse può essere utile rivedere il concetto di vacanza non come fuga dallo stress, ma semplicemente come occasione per dedicarci a ciò che più ci piace e per stare con chi vogliamo bene.

Stress da vacanza

Il senso ideale della vacanza è “staccare” dalla vita di tutti i giorni, una pausa dallo stress che ci accompagna per tutto l’anno. Paradossalmente, però, la stessa vacanza può diventare una fonte di stress, ancor prima che questa inizi: la pianificazione, il budget da destinare, le valigie, il viaggio sono tutti elementi che possono dare origine a preoccupazioni e tensioni.

Andare in vacanza, inoltre, rappresenta un cambiamento significativo rispetto all’ordinario. Ci troviamo cioè in una finestra temporale in cui tutto (o quasi) cambia: gli orari, le routine quotidiane, ma anche gli spazi e i momenti in cui troviamo conforto quando ne sentiamo il bisogno.

Eppure, nonostante molte cose possano apparire diverse, siamo sempre noi ad andare in vacanza. Noi, con le nostre aspettative, i nostri problemi, le nostre necessità. Con le nostre idee su come devono essere le cose, su come devono andare, su cosa fare e cosa non fare.

In un certo senso, quindi, possiamo ritrovarci a partire solo con il corpo, non con la mente. Tutto quello che è già nella nostra testa viene in valigia con noi. Il rischio è di aver aspettato un intero anno per poi ritrovarci, sebbene in vacanza, al punto di partenza. Staccare, ma senza staccare.

Aspettative di relax

Diciamoci la verità: il fatto che siamo in vacanza non vuol dire necessariamente che lo stress sparisca immediatamente dalle nostre vite una volta scesi dall’aereo. Si parte sempre con l’aspettativa di “rilassarsi”, di vivere finalmente un periodo senza pensieri né preoccupazioni, di solo divertimento e pace interiore.

Partiamo cioè orientati verso quello che immaginiamo sarà un periodo bellissimo della nostra vita, senza problemi né ansietà. Con questa idea fortemente radicata nella nostra testa, cosa accadrà al primo imprevisto? Può essere un ritardo all’aeroporto, una fila interminabile in autostrada o il proprietario dell’appartamento che abbiamo affittato che non si fa vedere e non risponde al telefono.

Il sogno è già parzialmente infranto. In un attimo sentiamo nuovamente montare lo stress, magari accompagnato da frasi quali: “Ecco, non me ne va mai bene una!”, “Sono venuto per rilassarmi e mi sento peggio di prima!”.

Intendiamoci, non sto dicendo di aspettarsi il peggio dalla nostra vacanza. Piuttosto, che è importante partire con la consapevolezza che “vacanza” non significa “sfuggire allo stress”. Se partiamo con questa aspettativa, al primo imprevisto torneremo inevitabilmente al punto di partenza.

Il dovere di divertirsi

Quando si parte, ma anche giorni prima di farlo effettivamente, la testa comincia a riempirsi di immagini e pensieri su come si deve stare in vacanza. “Devo divertirmi, devo rilassarmi, devo mettere da parte i pensieri, devo godere di ogni momento al massimo, non devo avere preoccupazioni, non devo stressarmi”.

Insomma: messi da parte i “doveri” della vita ordinaria, li sostituiamo subito con i “doveri” da vacanza. Niente di male in questo, per carità. Anche se, a ben guardare, sembra quasi di essere di nuovo in ufficio con le mille cose da dover fare o in casa con i mille problemi da dover risolvere.

A volte, le doverizzazioni prendono la forma di programmi di attività ben strutturati: la prima sera cenetta a base di pesce in riva al mare, la mattina seguente corsetta in spiaggia alle 6, il terzo giorno con tutta la famiglia al parco divertimenti, il giorno dopo sci d’acqua e quello dopo ancora parapendio.

Che siano programmi o atteggiamenti, il rischio è di strutturarsi mentalmente una serie di condizioni che, qualora non dovessero verificarsi, possono diventare esse stesse condizione di stress e di disagio. Accade così che la vacanza, fuga a lungo attesa dal carico di sofferenze quotidiane, diventi uno schema rigido nel quale ci sentiamo incastrati nel disperato tentativo di stare meglio.

Come non rovinarsi una vacanza

In definitiva, tra aspettative irrealistiche di assoluto relax e rigide idee su come devono andare le cose, la nostra vacanza rischia di diventare una situazione ancora più stressante di quelle che vorremmo, almeno temporaneamente, lasciarci alle spalle.

Occorre, forse, un cambio di prospettiva. Vedere cioè la vacanza che ci aspetta non come la soluzione di tutti i mali, ma come un’opportunità di vivere un’esperienza nuova che ci consenta, almeno temporaneamente, di mettere da parte ciò che ogni giorno sembra consumarci. Altrimenti, perché scomodarsi a prendersi un periodo di pausa se dobbiamo poi viverlo allo stesso modo di sempre?

Quindi, innanzitutto:

  • Non aspettarti “risultati”. Non partire con l’idea di rientrare più rilassato, più tonico o più pimpante. Il rischio è di non riuscirci, per una ragione o per un’altra. Vivere una vacanza come un’esperienza orientata verso degli obiettivi assomiglia più a un lavoro che a un periodo di riposo!
  • Non fermarti agli imprevisti. Capitano e capiteranno senz’altro: gli imprevisti sono all’ordine del giorno, che tu sia o meno in vacanza. Non farne un dramma, vivili per quelli che sono: dei semplici contrattempi. Davvero un piccolo intoppo ha il potere di condizionare l’intera vacanza?
  • Non programmare ogni cosa. Lo scopo non è “occupare il tempo”, semmai può esserlo di viverlo a pieno. Non è necessario essere sempre impegnati in qualcosa, anche nei momenti di relativa inattività, di ozio o di “noia” si può stare bene. Magari rappresentano proprio un’opportunità per rifiatare… che poi era l’idea iniziale, giusto?
  • Non portarti dietro il lavoro. Non parlo solo delle carte arretrate alle quali pensavi di dedicarti in alternativa alla siesta, ma soprattutto di tutto ciò che è per te fonte di preoccupazione o di disagio. In altre parole: di stress. Più facile a dirsi che a farsi, lo so. Per riuscirci, è necessario tenere “impegnata” la mente in altri modi, alcuni dei quali sono elencati di seguito.

Come godersi una vacanza

Come si può fare, quindi, per vivere la nostra vacanza in modo da renderla davvero un’esperienza significativa e rigenerante? Ecco alcuni consigli per una vacanza meno “impegnativa” ma, forse, più soddisfacente:

  • Rinnovare i propri interessi. Mettere da parte la solita routine non significa necessariamente rivoluzionare la nostra vita, lasciare in stand-by ogni aspetto del nostro essere o abbandonarsi all’ozio più assoluto. Anzi, la vacanza può essere un ottimo momento per riprendere in mano le cose che più ci piace fare e viverle con rinnovata passione: approfittiamo dunque delle ferie per dedicarci ai nostri interessi, siano essi la lettura o la fotografia, il visitare musei e luoghi d’arte o il gustare le prelibatezze locali.
  • Fare attività fisica. Non è necessario frequentare una palestra quando si è in villeggiatura, in realtà basta anche un po’ di ginnastica dolce o passeggiate più o meno lunghe. Quanto basta per restare attivi, insomma. L’obiettivo non è “mantenere la forma” o tornare in ufficio più tonici di prima, quanto piuttosto di dare modo anche al nostro corpo di rigenerarsi, di ritrovare le energie e la vitalità che spesso sembrano mancarci nei lunghi periodi in cui ci alterniamo tra la seduta della scrivania e il divano di fronte alla tv. Insomma, perché non approfittare per ridare vigore al nostro corpo, oltre che alla nostra mente?
  • Vivere nuovi stimoli. Le vacanze sono anche un’ottima occasione per sperimentare nuove esperienze, in un contesto in cui siamo meno vincolati dal tempo e dagli impegni quotidiani. È anche un modo per ritornare più “ricchi” di nuove avventure e prospettive. Non è necessario programmare chissà quali esperienze, a volte può bastare davvero poco: assaggiare un cibo esotico, esplorare un fondale marino, fare due chiacchiere con un pescatore locale. Insomma, sperimentare l’insolito e aprirsi a nuove esperienze: ecco come con la vacanza si può andare oltre l’ordinario.
  • Condividere i momenti. Sembra banale, ma uno degli aspetti più significativi di una vacanza è la possibilità di ritrovare il semplice piacere di stare con chi vogliamo bene. Che sia il proprio partner, i propri parenti, gli amici di una vita o nuove conoscenze non importa: ciò che davvero conta è l’opportunità di condividere questa esperienza tenendo da parte i soliti problemi e le solite preoccupazioni, che a volte ci sono d’ostacolo nel vivere quotidianamente l’altro. E magari riscoprire le piccole gioie dello stare insieme, del sentirsi parte di qualcosa di più grande di questo o quello. Sentirsi a casa, ovunque ci si trovi.

In definitiva, prenditi cura di te stesso a partire da ciò che ti piace, da ciò che ti fa stare bene, da ciò che ti stimola e da chi ti vuole bene.

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Il rientro

Capitolo a parte, il famigerato rientro. La bestia nera. Lo spettro che si aggira tra le stanze della nostra mente ancor prima di partire per le vacanze. Rientrare significa tornare alla “normalità”, quindi chiudere la finestra temporale delle ferie appena trascorse e prepararsi a tornare alla routine, cioè alle solite preoccupazioni e ai problemi di sempre.

Innanzitutto, un ultimo consiglio: fate in modo di lasciare almeno un paio di giorni dalla fine delle vacanze al momento del rientro effettivo alle attività di sempre, siano esse il lavoro, la gestione della casa o altro. Datevi il tempo di riabituarvi, con gentilezza, ai soliti ritmi. Lasciate che sia una transizione morbida e cominciate con gradualità, non gettatevi a capofitto sulle cose da riprendere.

E non indugiate troppo sul pensiero che le vacanze sono ormai finite. Le esperienze fatte e i momenti belli passati con chi volete bene non è detto che non possano ripresentarsi al di fuori di quel limitato periodo di riposo. Ogni giorno ne potete fare esperienza. Che sia durante una gita fuori porta la domenica o in un piovoso lunedì di Ottobre, c’è sempre la possibilità di mettere da parte la consueta routine e prendersi del tempo per sé stessi.

Allora, ancora una volta, buone vacanze! :)

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Arriva, inevitabilmente, il momento in cui il nostro unico desiderio è mettere da parte tutto per poterci, finalmente, fermare. Ma non è necessario aspettare le tanto sognate vacanze, ogni giorno abbiamo la possibilità di dedicarci a ciò che ci fa stare bene e che può aiutarci a recuperare le energie per continuare ad andare avanti.

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Siamo in un periodo critico dell’anno: fa caldo – ogni anno sempre di più,  le energie vengono meno e le nostre fantasie sono tutte orientate al fatidico momento in cui potremo, finalmente, partire per delle meritate vacanze. Per chi se le può permettere, ovviamente.

Dopo un anno di lavoro, che sia dietro una scrivania o tra le mura domestiche, di corse qua e là, di impegni, di incombenze e di preoccupazioni, sentiamo il forte bisogno di una pausa dai soliti ritmi infernali. Poterci finalmente fermare, che sia in riva a una spiaggia assolata o sul cucuzzolo di una montagna non importa. L’importante, comunque, è staccare.

Ma dobbiamo davvero aspettare il momento delle tanto agognate ferie, per riuscire a mettere da parte le nostre vite frenetiche e godere di qualche momento di riposo e di benessere?

Se non ti fermi tu, mi fermo io

Il problema fondamentale è che la vita non si ferma. Se sentiamo il bisogno di rifiatare, restano comunque delle cose da fare: bisogna continuare a lavorare, a produrre, a rispettare gli impegni e le scadenze. Nonostante sentiamo che le forze non ci siano più.

Ma se la vita non si ferma, possiamo fermarci noi? In attesa delle ferie, è possibile ritagliarsi comunque dei momenti di vacanza dalla quotidianità? È possibile trovare degli spazi e dei momenti di riposo in cui immergerci per ricaricarci, quanto basta per poter tornare a prendere fiato?

Forse sì. Forse è possibile prendersi del tempo per sé stessi, per ritrovare quelle energie che possono sostenerci nei periodi – più o meno lunghi – in cui sentiamo di non avere più le forze. Ma cos’è che potremmo fare concretamente per ricaricarci?

Un tempo solo per noi

Ciascuno di noi ha delle cose che gli piacciono (e che teoricamente ci fanno stare bene) e altre che piacciono meno o per nulla, ma che purtroppo tocca fare. La situazione diventa molto più pesante da sopportare se, al di là della stanchezza e della mancanza di energie, la nostra vita è sbilanciata soprattutto verso le cose che si devono fare, con poco o nessuno spazio per le attività che possono produrre su di noi effetti benefici.

Poiché – fortunatamente – non siamo tutti uguali, non è possibile elencare una lista di attività da fare per farci stare bene. Ognuno di noi sa cosa gli piace e cosa non gli piace, cosa lo fa sentire vivo o produttivo, cosa gli restituisce energie o una maggiore serenità.

Quindi, il primo passo è piuttosto semplice: prendi carta e penna e scrivi almeno 5 attività che siano per te fonte di piacere e gioia o che ti restituiscano un senso di efficacia e di produttività. Meglio ancora sarebbe se queste attività incarnassero entrambe queste caratteristiche, ma non è facile trovarne di così “complete”.

Se hai difficoltà nel trovarle, di seguito troverai alcuni spunti che spero possano esserti utili.

Alcune idee

Ci sono alcune attività che hanno un solo scopo: quello di farci rilassare e stare bene. Spesso si tratta di attività che ci consentono di immergerci completamente in quel momento, mettendo da parte stanchezze, pensieri e incombenze. Sono piuttosto facili da trovare se le cerchiamo tra i nostri interessi, ovvero tra le cose che ci piacciono. Ad esempio:

  • Leggere un libro
  • Fare una passeggiata immersi nella natura
  • Fare una gita fuori porta
  • Scrivere una poesia, una lettera o un racconto
  • Mangiare un bel gelato
  • Giocare con i propri figli (o con un amico a quattro zampe)
  • Uscire con gli amici

Altre attività, invece, possono sembrare meno piacevoli a prima vista, ma hanno il pregio di restituirci qualcosa in termini di “efficacia”. Sono tutte quelle iniziative che mirano a tenerci attivi, ottenendo possibilmente anche dei risultati, piccoli o grandi che siano. Tra queste troviamo:

  • Sistemare il giardino
  • Riparare il lavandino che perde
  • Preparare una bella cena
  • Imparare a suonare uno strumento musicale
  • Fare le parole crociate
  • Creare con le proprie mani un pensierino per qualcuno a cui vogliamo bene
  • Fare delle attività di volontariato

Ci sono poi delle attività “bingo” con le quali prendere i proverbiali due piccioni con una fava, attività complete che ci fanno stare bene e che ci restituiscono anche un senso di efficacia, come il fare attività fisica e sportiva. Tra queste, comunque, la mia preferita è senza dubbio la meditazione, che rappresenta la perfetta sintesi del “prendersi del tempo per sé stessi”.

Perché staccare ci fa bene?

Innanzitutto “staccare” ci fa bene proprio perché ci consente di uscire, anche se solo per un attimo, dagli automatismi di una vita che sempre più spesso viene sentita come troppo piena ma contemporaneamente svuotata da piaceri e soddisfazioni.

Altri benefici del dedicare del tempo a sé stessi dipendono, ovviamente, anche dal tipo di attività che si decide di svolgere. Ad esempio, farsi fare un massaggio dal proprio partner (un altro spunto, per la gioia del partner!) può favorire non solo un rilassamento psicofisico, ma anche portare vitalità e risvegliare sentimenti positivi nei confronti dell’altro. In generale, comunque, svolgere delle attività che ci permettono di staccare dalla routine può portarci effetti benefici rispetto a diverse aree:

  • Umore. Impegnarsi in attività che ci fanno stare bene o che ci fanno sentire efficaci può migliorare nettamente il nostro umore. Può sembrare ovvio, ma quando stiamo un po’ giù non è facile pensare che a volte basta davvero poco per sentirci meglio.
  • Energia. Alcune attività, in particolare quelle che richiedono un certo grado di movimento, possono avere un importante effetto energizzante. Sembra quasi paradossale, ma spendere energie per poi ritrovarsene ancora di più è un piacevole effetto collaterale.
  • Efficacia. Riuscire a ottenere dei risultati, per quanto piccoli possano sembrare, ci restituisce un senso di efficienza e di adeguatezza che spesso ci motiva a fare di più, per noi stessi ma anche per gli altri.
  • Benessere e connessione. Dedicarsi ad attività che ci consentono di andare oltre la routine ci aiuta a mettere in prospettiva molte cose: l’ammirare un paesaggio o il prendersi cura di un fiore o di una pianta possono risvegliare in noi il senso del bello e la meraviglia per tutto ciò che ci circonda. Spesso, cambiare punto di osservazione può consentirci di aprirci gli occhi verso la realtà delle cose e farci sentire pienamente connessi con un mondo nel quale possiamo faticare a trovare il nostro posto.
  • Creatività. Non è insolito che le migliori idee vengano nel momento in cui ci dedichiamo ad attività che possono sembrare, di per sé, soltanto occasioni di svago. Ma è proprio nei momenti in cui riusciamo a distanziarci dai soliti pensieri e rimuginii dedicandoci pienamente ad altro, che possono emergere intuizioni, idee e persino soluzioni a problemi che sembravano irrisolvibili.
  • Rapporti con gli altri. Se dedichiamo del tempo per noi stessi, per stare bene con noi stessi, non possono che verificarsi degli effetti positivi anche nelle nostre relazioni. Che sia il partner, il vicino di casa, il capo o il postino non importa: una persona che sta bene con sé stessa è in grado di tollerare meglio le tante piccole cose che ci infastidiscono degli altri, è in grado di ascoltare con più attenzione, di essere più gentile e più comprensiva. E questo gli altri lo sentono, magari restituendo il favore e generando così un circolo virtuoso.

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Vorrei, ma non posso

A questo punto, se non hai ancora elaborato una lista di possibili attività da svolgere ora è il momento di farlo. Siamo arrivati, infatti, al secondo passo: scegliere quando e come svolgere queste attività.

È importante trovare ogni giorno il tempo necessario per svolgere almeno un’attività. È facile ricadere nuovamente nella routine e riabbandonarsi ai ritmi che in questo periodo è sempre più difficile sostenere. Per questo, è fondamentale riuscire a ritagliarsi uno spazio per sé stessi da dedicare alle attività che abbiamo scelto.

Sulla carta è facile, ma non appena proviamo a definire con maggiore precisione le attività che vogliamo svolgere, ecco che appaiono dubbi, incertezze e presunte difficoltà. In particolare, le obiezioni che più frequentemente possono venirci in mente per “sabotare” le nostre buone intenzioni sono:

  • Non ne ho il tempo. Sicuro? Davvero non hai cinque minuti per fare una passeggiata intorno al palazzo? Basta cominciare con poco, anche solo pochi minuti, e vedere cosa accade. Se noti qualche effetto positivo, anche solo se riesce a “staccare” per pochi minuti, magari poi riuscirai a trovare qualche altro minuto in più da dedicare a queste attività. Forse, togliendo un po’ di tempo ai social network o allo zapping compulsivo…
  • Sarebbe da egoisti. Prendersi del tempo per sé stessi, a volte, viene visto come un qualcosa di profondamente ingiusto nei confronti degli altri. “Non posso dedicare del tempo a me: già non ne ho di tempo, quello che mi avanza non posso sottrarlo agli altri” oppure “Ci sono sempre così tante da fare per mandare avanti la baracca, cosa penserebbero gli altri di me se io, invece di darmi da fare, mi mettessi a fare i fatti miei?”, sono alcuni possibili pensieri che possono passarci per la testa. La verità è che non c’è assolutamente alcun motivo per considerarsi egoisti solo perché si fa qualcosa per sé stessi. Anzi, se dedicarci a noi stessi ci fa stare bene e ci rende più sereni e meglio disposti nei confronti degli altri, non è che forse sarebbe “da egoisti” non cogliere queste opportunità?
  • Non serve a nulla fare cose così insignificanti, ho solo bisogno di una vacanza! Certo, quale migliore modo per “staccare” dalla quotidianità dello spaparanzarsi all’ombra di una palma, facendoci cullare dal ritmo dell’amaca e dalla musica delle onde che si infrangono sulla spiaggia? Ma se al mare non ci puoi andare? Se non puoi permetterti una vacanza? Se sei ancora a Febbraio e le ferie sono più che un miraggio? E poi, le vacanze finiscono. Imparare a prendersi del tempo per sé stessi resta, potenzialmente per tutta la vita. Può sembrare cosa da poco, ma avere la possibilità di fermarci a rifiatare prima di immergerci nuovamente nell’apnea del solito tran-tran, può fare la differenza. Non solo in estate, ma ogni qualvolta ne sentiremo il bisogno.

Ricapitolando

Che le vacanze siano prossime o lontane, impossibili o già finite, possiamo trovare il modo di staccare temporaneamente la spina e ricaricare le nostre batterie, semplicemente dedicando del tempo a noi stessi e a quello che più ci piace.

Prima occorre individuare almeno 5 attività che potrebbero fare al caso nostro (anche di più, se ci va), poi bisogna decidere quando, dove ed eventualmente con chi farle. Questa, forse, è la parte più difficile: trovare il tempo da dedicare a noi stessi quando pensiamo che di tempo non ce n’è più.

In realtà, si tratta di un vero e proprio investimento: come abbiamo visto, anche solo pochi minuti da destinare a ciò che ci fa stare bene possono fruttarci maggiori energie, un innalzamento dell’umore, migliori rapporti con gli altri. Non si tratta quindi della quantità di tempo “perso”, ma della qualità del tempo “guadagnato”.

E poi, diciamoci la verità, sicuri che quando andiamo in vacanza riusciamo davvero a “staccare”? ;)

Buone vacanze (lunghe o temporanee) a tutti!

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